…e se lo dice anche Peters 😉
Ed eccoci qui, tornati da tre giorni spettacolari al Festival del Fundraising di Castrocaro.
Prima edizione ma non sembrava neppure, praticamente tutto a funzionato alla perfezione, merito dei volontari, merito dei partecipanti merito sicuramente dell’ideatore (Valerio Melandri). Insomma davvero nulla da dire, ne sentivamo tutti il bisogno e finalmente è stato fatto.
Tre giorni intensi di sessioni formative (qui trovate le slide della sessione con Francesco S. e Paolo)
(qui trovate due estratti video della sessione)
e due serate di intense chiaccherate con amici e colleghi sul nostro mondo, sulle strade da intraprendere insomma, sul fundraising!
La rete come sempre è veloce e a poco più di 24 ore dalla fine del festival si trova già un primo resoconto di un partecipante qui (è il mitico Francesco Quistelli di Coopi, mi raccomando non perdetevi le foto anche se poco lusinghiere…… nei miei confronti 😉 ) ed è già nato il primo gruppo dedicato su Facebook creato da Francesco Tambara (come ho detto durante le mie sessione, iscrivetevi ed imparate ad usarlo e vedrete che sarà utile non solo per le vostre organizzazioni ma anche per voi).
Detto ciò credo che sia interessante, al meno dal mio punto di vista fare una considerazione, e mi perdoneranno gli amanti del quieto vivere, intendo farla polemica (vi era mancata la mia vena di rompiscatole, ammettetelo 🙂 ). La considerazione è questa: ma dopo il successo del Festival ha ancora un senso Assif?
Mi spiego meglio, o almeno ci provo, non sono contrario ad una “associazione di categoria” dei fundraiser in assoluto ma mi chiedo se l’attuale formula che, di fatto, non prevede nessun tipo di “vantaggio” per i propri iscritti (formativo, lobbystico, ecc.) abbia ragione di essere (vi prego che nessuno citi lo sconto se si decide di partecipare al IFC).
Il Festival credo abbia dimostrato che una struttura leggera, praticamente assente, è in grado di fornire quasi tutto quello che un settore come il nostro chiede.
Formazione a prezzi contenuti e di buon livello (sono certo anche io che di edizione in edizione il livello si alzerà sempre di più) opportunità di networking fra operatori (valore aggiunto enorme di questo Festival), formazione permanete ed è quello che presumibilmente succederà nei prossimi mesi tramite newsletter e magari sessioni “speciali” organizzate ad hoc con ospiti internazionali, a questo punto ad Assif resterebbe solo la parte lobbystica (cosa che il Festival ovviamente non può svolgere, non al momento almeno), e non sarebbe poco se ahimè la nostra beneamata associazione non avesse già dimostrato di non essere in grado di farlo (basta osservare che non Assif ma altri gruppi si stanno muovendo su praticamente tutte le questioni relative alla raccolta fondi nell’interlocuzione con le istituzioni).
Non è mia intenzione recitare il de profundis per Assif però suppongo che qualcuno prima o poi dovrà accorgersi e ammetere che il “Re è nudo”.
Credo che la mia storia recente mi metta al riparo sia da accuse di “sudditanza” a Valerio Melandri (basta ricordare come non ho avuto alcun problema a polemizzare anche con lui) che di sentimenti di astio verso Assif (ho lavorato per 4 anni e sino a pochi mesi fa con Bea Lentati, presidente Assif, e ora lavoro con Giangi Milesi tesoriere di Assif) mi pare solo di constatare l’ovvio.
Da questa constatazione spero scaturisca una reazione, non di chiusura ma al contrario di massima apertura da parte di Assif al Festival, a quello che ha rappresentato e rappresenta… insomma, mi rivolgo a tutti i soci, vorrei poter essere orgoglioso di far parte dell’Associazione Fundraiser Italiani così come sono stato orgoglioso di partecipare al Festival del Fundraising è così difficile fare qualcosa in merito?
Ciao GB!
Grazie per aver rilancianciato il video del grande Peters: un altro super guru del direct mail. Su ASSIF: io penso che oguno abbia il diritto di fare quello che vuole, potrebbero nascere anche decine di associazioni di fundraiser in Italia…ma sarà sempre e solo la capacità di coinvolgimento e il livello di partecipazione a determinarne il successo. Di sicuro il tempo dei personalismi deve fiinire, perchè le associazioni che rappresentano personalismi non hanno futuro. Il Festival ha funzionato, ha richiamato il mondo dei fundraiser proprio perchè “aperto”, e questo patrimonio non va disperso. Come sai ASSIF tra poco andrà in assemblea: un’ottima occasione per riflettere sul futuro dell’associazione, che secondo me deve fare un salto verso l’apertura e la crescita. Solo se sarà in grado di comprendere appieno le novità che ha di fronte e le esigenze reali dei fundraiser, offrendo servizi utili, dinamismo, rappresentatività potrà andare avanti e coinvolgere così il maggior numero di professionisti. In quel caso, sarò il primo ad iscrivermi.
Deve essere stato proprio bello questo festival, e già il nome richiama a un che di divertente e di popolare, peccato non aver partecipato…ma tant’è, mi farò raccontare anche i dettagli…!!!
Vorrei partecipare invece al dibattito su Assif…mi richiama alla mente un qualcosa che vuole rimanere d’elite, un mantenere un’ egemonia di pochi sui tanti invece che quotidianamente esercitano il lavoro del fundraiser. Forse anni fa poteva andare bene, il mestiere era ancora sconosciuto, in italia, erano pochi quelli che ne sapeva qualcosa, ma oggi è uno strumento che fatto cosi com’è risulta anacronistico e un po fuori luogo in mezzo a una comunità che si sta allargando sempre di più, grazie alla voglia di mettere in comune esperienze combattendo i particolarismi. “Bisogna che tutto cambi perchè tutto resti uguale.” Sarà la capacità di rinnovarsi e di accogliere il cambiamento che farà di Assif il punto di riferimento che vuole essere, il rischio, altrimenti, che si trasformi nell’ombra di se stessa.
R.
Grazie mille ad entrambi per i commenti che non possono che trovarmi concorde… auspico anche io che dall’Assemblea possa uscire qualcosa di buono e soprattutto qualcosa di nuovo… sperare e gratis 🙂
Ciao, caspita voi blogger siete davvero troppo veloci per me fundraisier in strada, che mi muovo ocn mezzi più tradizionali! Daniele, tre cose:
1) non ti immaginavo così alto!!!
2) sul festival concordo anch’io e son contento di averlo sposorizzato come sponsor amico (è la prima volta che sponsorizzo un evento invece di chiedere…..) ma sono molto più contento di avervi partecipato, che dire mi son divertito tanto, ho imparato tanto, sono stato bene…. mi sento come si dovrebbe sentire un donatore dopo una donazione …. citando Pidgeon;
3) Su ASSIF, mah ci vorrebbe più spazio, le critiche dovrebbero servire per migliorare, anche secondo me è stata assente, a parte la presenza di beatrice Lentati, mi sarebbe piaciuto vedere il marchio fucsia tra i patrocini e le collaborazioni…..perchè sono convinto che le due cose non sono incompatibili, anzi!
Ciao a presto
luciano
Ciao Luciano!
Anche a me a fatto molto piacere incontrarti 🙂 direi che come “investimento” sulla sponsorizzazione non poteva andarti meglio… e come partecipante, beh, credo che tutti ci si sia sentiti molto bene dopo i tre giorni 😉
Per Assif, spero vivamente che la mia critica ed eventualmente quelle di altri servano da sprono, Assif ed il festival non sono incompatibli tutt’altro ma solo a patto che si sia in grado di leggere le potenzialità dell’innovazione che il festival a portato… e su questo, come scritto sopra, ci spero davvero ma se dovessi scommetterci forse ci punterei su poco 😉
Ciao Daniele… bellissime quelle slide che hai pubblicato 😉
Non dico altro su Festival visto che no ho già parlato sul blog, intervengo invece su Assif, che come sai mi sta molto a cuore.
Io rimango convinto che di un’associazione dei fundraiser abbiamo bisogno (c’è ovunque) e credo sia inutile andarsene a cercare un’altra diversa da Assif.
Assif ha le potenzialità per diventare la casa comune dei fundraiser, di tutti i fundraiser, però deve accettare la multidimensionalità di questo mondo. L’esistenza di piccole e grandi realtà associative. Di molti poli formativi. Di molte realtà più o meno strutturate di consulenza. Delle sempre più numerose società di fornitura di servizi. E per farlo deve imparare a rinunciare anche ai personalismi e a vecchie incomprensioni che hanno fatto la sfortuna del non profit italiano su altri fronti e che non possono e non devono bloccare il fundraising italiano, visto che vogliamo rappresentare la parte più aperta, dinamica e professionale di questo settore. Oltre che quella aperta all’ascolto del mercato (e bastava leggere i nostri blog per vedere come il mondo del fundraising si stesse mobilitando su questo evento).
Da questo punto di vista non posso che essere dispiaciuto dell’assenza di Assif (di cui sono socio senior) così come di quella della Fundraising School (di cui sono coordinatore del corso di fundraising online) e spero che, senza arroganza, tutte le parti si siederanno attorno a un tavolo per costruire insieme la prossima edizione del festival.
Ce lo meritiamo, visto l’entusiasmo di questa prima edizione.
Uè arrivo anche io a commentare solo che devo caricare un sacco di foto e video!!! Appena ho finito mi dedico ai commenti nei blog!!
Ciao Paolo,
credo sia proprio questo il punto, ci meritiamo qualcosa di più e qualcosa di diverso, non un altra associazione, ma un associazione migliore, più “moderna”, più attenta e passami il termine, meno ingessata… i “grandi” del fundraising non possono non accorgersene e non possono non farlo ora anche perchè credo che il tempo sia davvero giunto… o Assif cambia e diventa qualcosa di più “largo” oppure vedo probabile che altro possa sostituirsi ad essa… non lo auspico ma se le cose non cambiassero la ritengo quasi una certezza…
[…] bene (questo dicono i commenti dei vari blogger relatori e partecipanti al Festival), vedi qui, qui, qui, e qui). Desidero ringraziare i volontari del Comitato organizzatore del Festival del Fund […]
Ciao Daniele!
Grazie 1000 per avermi citato come fondatore del gruppo su Facebook e complimenti per l’ottima iniziativa! Il Festival è stato davvero utile e (perchè no?!) divertente! Alla prossima!
Francesco
[…] che purtroppo per tantissimi motivi neanche Assif era riuscita a creare, come indica anche Daniele nel suo post. Quella che, sencondo me, puo’ portare il fundrasing in Italia a fare quei grossi passi […]
[…] Daniele Fusi […]
Buongiorno a tutti, io lavoro per una piccola no profit che sta cominciando adesso a fare raccolta fondi. Stavo cercando in intenet un po’ di risorse e ho trovato anche questo sito. Se voglio aprire un blog per la’ssociazione, da dove devo cominciare per spenderer poco?
Silvia
Ciao Silvia,
benvenuta su fundraisers’ diary! Per aprire un blog puoi anche non spendere nulla, nella presentazione che trovi in questo post ci sono le slide di Paolo Ferrara dove spiega come farlo con wordpress… resto comunque a disposizione per informazioni più puntuali, nella colonna di dx puoi trovare il mio indirizzo mail.
A presto,
Daniele
Grazie per la risposta, ma non è che si capisca proprio tutto dalla presentazione…… ho trovato altri siti, cliccando sui vostri nomi e scusate se sembro inopportuna ma siete sempre gli stessi? Intendo voi che scrivete sui siti di voi medesimi..
Io dovrei aprire un blog per raccogliere fondi ma un collega mi diceva che i blog non sono adatti vero? Che tipo di sito devo fare per fare crescere la mia associazione??
ciao Silvia, provo a rispondere io, molto velocemente. Sì, forse siamo sempre gli stessi, ma considera che fino a poco più di un anno fa c’era un solo blog, quello di valerio melandri, sul fundraising. Oggi ce ne sono una decina, e non mi sembra poco viste le dimensioni del nostro mercato e visto il ritardo con cui siamo partiti… e comunque solo qui ci sono una quindicina di fundraiser 😉
Venendo al tema: alla domanda da dove devo partire per aprire un blog e spendere poco… direi da qualunque posto tu voglia. Nella presentazione sono state inserite diverse piattaforme. La migliore, quella in più forte ascesa e di fatto l’unica usata dalle associazioni italiane è quella di wordpress, semplicemente perché ti permette di fare cose simili a quelle di un sito.
Alla domanda il blog porta o non porta soldi rispondo: non porta soldi. Ma costruisce una relazione con i donatori, o potenziali donatori, di trasparenza, fiducia, partecipazione. Per raccogliere fondi, purtroppo, non ci sono scorciatoie. A meno che tu non abbia nella tua agenda i nomi di una decina di amici importanti e disponibili ad aiutare la tua causa con ricche donazioni.
Che tipo di sito devo fare per far crescere la mia associazione? La risposta meriterebbe un post lunghissimo o un corso (e non a caso se ne fanno tanti, compreso quello che faremo a bertinoro a fine mese…). Al volo ti direi un sito partecipativo, emozionante, semplice, coerente con la mission della tua associazione. Se vuoi sono anche io a disposizione via mail, volentieri ma con ritmi che in questi giorni non sono rapidissimi, come sa chi mi sta scrivendo 😉
a presto
paolo
Ciao Silvia, intanto se vuoi spendere poco ed avere un sito od un blog col nome del tuo dominio acquista un dominio da tophost.it, costa meno di 10€. se vuoi farti installare wordpress gratuitamente nelle slide mie, di Paolo e di Daniele trovi un sito dove puoi richiedere tale installazione gratis.
Per il resto delle domande hanno risposto al meglio Paolo e Daniele, se comunque mi vuoi scrivere questa è la mia email info@internet-fundraising.it
[…] bene (questo dicono i commenti dei vari blogger relatori e partecipanti al Festival), vedi qui, qui, qui, e qui). Desidero ringraziare i volontari del Comitato organizzatore del Festival del Fund […]